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Minitour Meteore e Vergina

2 giorni / 1 notte
Dall’8 marzo al 2 novembre ogni mercoledì

Minitour Meteore e Vergina

Giorno 1
Salonicco, Kalambaka
Salonicco
La città portuale di Salonicco, che sorge sul Golfo Termaico del Mar Egeo, è
la seconda della Grecia per numero di abitanti (un milione se si considera
l’area urbana) e la prima e più importante della regione greca della
Macedonia, e inoltre è il capoluogo della Macedonia Centrale. Salonicco,
ideale punto di partenza per esplorare la Penisola Calcidica, è oggi un
fiorente centro industriale, economico e culturale, e un punto nevralgico per i
trasporti nel sud-est Europa ed è il secondo porto più grande della Grecia
dopo quello del Pireo di Atene per trasporto di container. La città presenta
diverse tracce della dominazione ottomana e della comunità ebraica, che
prima della seconda guerra mondiale era una delle più numerose d’Europa,
oltre che numerosissimi monumenti bizantini ed esempi di architettura
paleocristiana, che sono stati nominati patrimonio dell’umanità dall’Unesco e
come tali tutelati e preservati. Da non mancare una visita alla torre bianca,
simbolo della città, e la fortezza nella città alta (Ano Poli, in greco), che offre
una impagabile vista su tutta Salonicco.
Kalambaka
Kalambaka è una città moderna, e centro di riferimento per chi si reca in
Tessaglia per visitare i Monasteri e le rocce delle Meteore. La città è
piacevole, ha una via principale che offre diverse taverne e caffè e ha una
bella chiesa, intitolata all’Assunzione della Vergine, che fu voluta dai membri
della famiglia dell’imperatore bizantino Komninos. Kalabaka offre anche una
fantastica atmosfera al momento del tramonto quando le pareti delle rocce
circostanti si colorano di toni caldi e suggestivi.

Giorno 2

Meteore, Vergina, Salonicco
Meteore
Le Meteore sono monasteri ortodossi che svettano quasi sospesi fra terra e
cielo, in cima a enormi ammassi rocciosi. Custodiscono tesori storici e
religiosi di grande valore e inestimabile bellezza. Il sito è tra i patrimoni
culturali mondiali tutelati dall’Unesco sia per gli affreschi e la tecnica di
costruzione, sia per le sue qualità naturali. Le Meteore sono composte da
circa 60 enormi colonne di roccia, modellate negli anni dagli agenti
atmosferici, che arrivano fino a 300 metri di altezza, grandi abbastanza per
essere la base di un intero monastero edificato sulla sommità. I primi
insediamenti di eremiti in grotte e cavità rocciose in questa zona risalgono al
IX secolo. Più tardi, nel XIV secolo, il monaco Anastasio, per mettersi al
sicuro dalle incursioni dei corsari che infestavano il celebre Monte Athos,
giunse alle Meteore, dove edificò la Grande Meteora. I monasteri sorsero
così sulla sommità delle rocce proprio per difendersi dall’invasione ottomana,
grazie a luoghi impervi, quasi irraggiungibili e quindi inespugnabili. Fino al
XVI secolo sono stati costruiti 24 monasteri, poi il sito subì un progressivo
declino a partire dal Seicento. Oggi solo pochi monasteri sono ancora abitati
da monaci o suore e solo sei sono aperti al pubblico. Un tempo raggiungerli
era molto difficile: sono tuttora visibili in alcuni monasteri i sistemi di carrucole
e reti impiegati per accogliere i visitatori.
Vergina
L’attuale Vergina è l’antica capitale macedone Aigai, in seguito abbandonata
per Pella. La visita consente di ammirare da vicino i resti archeologici del
Palazzo Reale di Macedonia del III secolo d.C., celebre per i suoi mosaici e
stucchi decorati, e la famosa Necropoli con più di 300 tumuli (molti risalenti
all’XI secolo). Proprio in quest’ultimo sito archeologico nell’ormai lontano
1977 una équipe di studiosi guidata dal professor Manolis Andronikos fece
una scoperta di straordinaria importanza, riportando alla luce i resti di una
tomba reale verosimilmente attribuita a Filippo II di Macedonia, sulla cui
autenticità tuttora gli esperti si dividono. All’interno del sepolcro lo scheletro,
rinvenuto intatto, era custodito in un sarcofago d’oro, decorato nella parte
superiore con l’emblema macedone della stella a 16 punte, chiamato “il Sole
di Vergina”. Lo si può ammirare nel Museo di Vergina, dove è conservato un
altro prezioso reperto frutto delle ricerche nella stessa tomba: si tratta di una
impressionante corona d’oro, ben 717 chili di peso, costituita da 313 foglie di

quercia e 68 ghiande. Da non mancare nel parco archeologico di Vergina
anche una visita al Teatro che sorge non lontano dal Palazzo, di cui è molto
più antico, là dove secondo la tradizione venne assassinato Filippo II nel 336
a.C.

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